CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Niente di che, ma la voce vibra e fa vibrare: 'Heaven' di Rebecca Ferguson.

La questione è sempre quella: ma i 'reality musicali' quanto valgono? In Italia pare che tirino, almeno dal punto di vista delle vittorie in importanti manifestazioni e delle classifiche di vendita. Che poi la qualità sia un'altra equivale a scoprire l'acqua calda.
Personalmente non li disprezzerei: quel che manca nei vincitori è quasi sempre l'arte della scrittura, perché è raro che un seppur ottimo interprete sia anche un dignitoso autore.
'Cappellata' per introdurre Rebecca Ferguson. Lei è arrivata seconda alla edizione del 2010 dell'X-Factor inglese. Ho assistito (in tv, ovviamente) alla sua 'audition': dopo le prime note di 'A Change Is Gonna Come' di Sam Cooke si è subito capito che la ragazza-madre aveva talento a non finire ed una grazia fuori dalla portata dei più.
Ma in questo mondo di furbi e corvi le due cose non sono sufficienti perché poi ci si trovi di fronte, in questo specifico caso, ad un'artista bella e fatta.
Rebecca Ferguson invece ha avuto il buon gusto di attendere e di approfittare della vetrina di X-Factor per poi imbastire un suo personale diario d'interprete.
Heaven, secondo quanto dice la stessa, oltre che l'esordio discografico è il suo intimo 'Paradiso': fatto di canzoni semplici, ma mai banali e di un sguardo non disilluso ai dolori e alle gioie dell'esistere.
'Nothing's real but love' è il singolo: ci si poteva aspettare di più, ma quando la voce 'appare' lo trasforma portandolo ad una dimensione soul-pop efficace e convincente. La stessa cosa dicasi per le successive 'Glitter & Gold' e per 'Shoulder to shoulder.
Una menzione particolare va al pezzo più bello, ballata strappacuore, 'Teach me how to be loved' e poi a 'Bright eyes' che ha un vago retrogusto Portishead.
Se si escludono le conclusive 'Diamond to stone' e 'Too good to lose' che annaspano in un poco riuscito tentativo philadelphia sound anni 70/80, il resto (quel poco, perché i brani che compongono l'album sono solo 10 per una 'misera' mezz'ora di musica) girano intorno ad un gradevole pop con sfumature bluesy'.
A me lei piace molto, nonostante il disco, e se qualcuno la instradasse per i perigliosi percorsi della musica dell'anima, forse tra qualche anno potremmo ritrovarci qualche fantasmino alla Billie Holiday. E credetemi, non è poco per niente.
Rebecca Ferguson
Heaven
Epic - 2012
Personalmente non li disprezzerei: quel che manca nei vincitori è quasi sempre l'arte della scrittura, perché è raro che un seppur ottimo interprete sia anche un dignitoso autore.
'Cappellata' per introdurre Rebecca Ferguson. Lei è arrivata seconda alla edizione del 2010 dell'X-Factor inglese. Ho assistito (in tv, ovviamente) alla sua 'audition': dopo le prime note di 'A Change Is Gonna Come' di Sam Cooke si è subito capito che la ragazza-madre aveva talento a non finire ed una grazia fuori dalla portata dei più.
Ma in questo mondo di furbi e corvi le due cose non sono sufficienti perché poi ci si trovi di fronte, in questo specifico caso, ad un'artista bella e fatta.
Rebecca Ferguson invece ha avuto il buon gusto di attendere e di approfittare della vetrina di X-Factor per poi imbastire un suo personale diario d'interprete.
Heaven, secondo quanto dice la stessa, oltre che l'esordio discografico è il suo intimo 'Paradiso': fatto di canzoni semplici, ma mai banali e di un sguardo non disilluso ai dolori e alle gioie dell'esistere.
'Nothing's real but love' è il singolo: ci si poteva aspettare di più, ma quando la voce 'appare' lo trasforma portandolo ad una dimensione soul-pop efficace e convincente. La stessa cosa dicasi per le successive 'Glitter & Gold' e per 'Shoulder to shoulder.
Una menzione particolare va al pezzo più bello, ballata strappacuore, 'Teach me how to be loved' e poi a 'Bright eyes' che ha un vago retrogusto Portishead.
Se si escludono le conclusive 'Diamond to stone' e 'Too good to lose' che annaspano in un poco riuscito tentativo philadelphia sound anni 70/80, il resto (quel poco, perché i brani che compongono l'album sono solo 10 per una 'misera' mezz'ora di musica) girano intorno ad un gradevole pop con sfumature bluesy'.
A me lei piace molto, nonostante il disco, e se qualcuno la instradasse per i perigliosi percorsi della musica dell'anima, forse tra qualche anno potremmo ritrovarci qualche fantasmino alla Billie Holiday. E credetemi, non è poco per niente.
Rebecca Ferguson
Heaven
Epic - 2012
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