Attualità

Elsa Morante. Uno sguardo al femminile: scritture tra realtà mito ed utopia.
Il 25 novembre del 1985 moriva Elsa Morante. Non so se qualcuno, a 25 anni da quella data, troverà modo o maniera per ricordarla. A noi c'è sembrato doveroso farlo, soprattutto in un'epoca di sesquipedali ovvietà. Brevi note, ma sufficienti per riassumere una delle figure più importanti e influenti della narrativa non solo italiana.

La libertà dei servi (degli italiani che si accontentano e godono)
Visto che non ne possiamo più, anche solo di pensarlo, diciamolo subito: il saggio di Maurizio Viroli ci servirà perché a futura memoria si tengano presenti le responsabilità ennesime di questa gente italica che non è mai diventata popolo, quella che adesso tutti fanno a gara a paragonare all'ignaro chiamato in causa da Ettore Petrolini perché "non buttava di sotto" il frescone che lo fischiava. Fino a ieri gli stessi hanno tessuto l'elogio della "straordinaria comunicazione"

Noi artisti proprio non ce la facciamo (con un'eccezione).
Qualche giorno fa, insieme a tanti, abbiamo occupato il red carpet alla Festa del Cinema di Roma. Una grande manifestazione, davvero molti i partecipanti. Successo pieno per un'iniziativa che ci auguriamo risulti utile e costruttiva, e che comunque è stata divertente e anche mondana (si sentiva in giro: "se non era per oggi, il tappeto rosso chi se lo faceva mai?")
Tuttavia...

Pasolini se l'è andata a cercare?
L'inserto dei libri de Il sole 24 ore ci avverte che il nuovo libro di Marco Belpoliti (Pasolini in salsa piccante) ha il coraggio di ridiscutere etica ed estetica del poeta. La tesi? Che forse, come dice anche il cugino dello scrittore-regista Nico Naldini, in fondo in fondo se è morto a quel modo è perché se l'è cercata.
Piergiorgio Paterlini risponde a Belpoliti e pure a Lucarelli. Che in questo caso hanno fatto 'coppia'.

Si scopa per morir... dal ridere.
Sfido chiunque a scriver di sesso e non essere ridicoli. Per carità c'è chi con l'erotismo c'ha fatto carriera e sommi letterati hanno sfoderato le unghie per graffiare il comune senso del pudore. Ma ribadisco che parlar di walter (s – plurale) e di iolande (prendo in prestito il lessico littizzettiano, altrimenti mi si accusa sempre di essere volgare) o anche solo di odori e di impulsi irrefrenabili è impresa assai ardua e spesso si rischia la comicità involontaria. Come quando si fa cilecca a letto e con mille scuse non si ha il coraggio di ammettere che è una semplice defaillance.

Jazz, abbigliamento e buona educazione. Ed altro.
Con questo pezzo inizia la collaborazione di Stefano Torossi col Paradiso. Se volete conoscerlo meglio date un'occhiata alle sbrigative note biografiche a fondo articolo. Per il resto... buona lettura e soprattutto, secondo lo stile orchesco, buona ironia.

Ma insomma, faccia il serio. Anzi, il Serino!
Se ci si affida alla ventura, prima o poi si fanno i conti con la verità. Se ci si affida alla Ventura prima o poi si fanno i conti con la falsità: soprattutto quella dei miti. O meglio (ed ignorate la boutade appena espressa che mi sembra fiacca): del perché si voglia far passare la letteratura (il mito innanzi tutto non è racconto?) per quello che non è e rappresentarla magistra vitae alla ggente nazionalpopolarmente affamata.
In fondo nella testa della soubrette cos'era la presenza di Busi all'Isola dei famosi se non il viatico per una ridefinizione più acculturata della trasmissione?

Prima della Rivoluzione (zapatista). Sbarca anche in Italia la saga di Luis Alberto Urrea
Il Messico che si preparava a vivere l'avvenimento più importante della sua recente storia contemporanea era un luogo strano. Povertà e sfruttamento facevano il paio con il diffondersi sempre più ampio di proprietari terrieri collusi col potere yankee dell'ennesimo dittatore amico del vicino governo di Washington, Porfirio Diaz (i metodi sono stati sempre quelli). Il malcontento tuttavia imperava. I nativi e gli indiani si ritrovarono in poco tempo a fare da manodopera schiavizzata non solo ai patròn delle tante haciendas in mano a poche famiglie, ma nelle miniere e nelle nascenti aziende petrolifere che gli anglo-americani saccheggiarono.

Una provocazione: eliminiamo l'autore, non la sostanza.
Già lo aveva detto Giulio Ferroni nel suo Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero (Einaudi): nell'epoca di internet è pressoché impossibile verificare la sostanziale originalità dei testi. Cosa sia dunque farina del sacco dell'autore e cosa no.
Non si tratta di mettere in dubbio l'intera struttura di un'opera, quanto i singoli passaggi, i riferimenti ed eventuali aggiunte, perché il mare magnum dell'informazione in rete impedisce qualsivoglia confronto.

Una serata con Antonio Pennacchi
Pennacchi a Formia, tra signore perbene con chioma bionda e uomini panzoni con camicia celeste ufficio: ed io in seconda fila ad ascoltare lo scrittore di Latina. Nel '95 lessi il suo primo libro. Da allora ne ha fatto di strada: come dice lui erano tutti libri preparatori a Canale Mussolini. In questi giorni di ubriacatura post- strega la sua stella brilla di più. A me fa piacere, poiché a volte è bello che a vincere siano persone con cui hai condiviso un pezzetto di strada, seppure solo attraverso le opere.
La sua scrittura fluida, ironica e decisa, ha avuto il merito anche di raccontare luoghi da sempre misconosciuti:
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