Racconti

Seconda Alba
Nessun dubbio che si tratti di una guerra.
Spietata, senza regole.
Guerra.
Vent'anni appena.
Corpo flessuoso accarezzato da morbidi tessuti che ne esaltano le forme. Un casco fittissimo di capelli neri le scivola sulle spalle e definisce il suo volto concentrandosi in una frangia obliqua, fresca di parrucchiere. Il viso di un pallore delicato, porcellana che esalta gli occhi grandi, azzurro solcato da venature celesti, spalancati su di un mondo impaziente di gettarsi ai suoi piedi.

Mi infilo in centinaia di letti
Mi infilo in centinaia di letti, sotto coperte e lenzuola che non mi appartengono. Lenzuola che avranno scaldato chissà quanti altri corpi stanchi, accolto chissà quante storie d'amore fugaci, passeggere. Ogni giorno un viso nuovo, decine di visi nuovi, di sguardi indifferenti che colmano la mia giornata, tante voci allegre, scontrose, adirate, insinuanti, ma nessuna è mai la sua. Ho inviato un messaggio sul suo cellulare. Non mi risponde, forse è troppo tardi e a quest'ora sta già dormendo. Non mi ero accorto che fosse così tardi.

Gli angeli volano bassi
La distanza tra l'uomo e la terra è notevole. La distanza tra l'uomo e Dio è abissale. L'essere organismi pensanti ci dà il diritto di vivere e decidere della vita degli altri e di non soccombere davanti alle quotidiane prove della vita. Il tempo delle persone è limitato, il tempo è sempre limitato, non ce né mai a sufficienza, fai tardi al lavoro, fai tardi dal dottore, fai tardi nella vita.
Ogni momento potrebbe essere quello giusto per ogni cosa, ma potrebbe anche essere quello sbagliato, potresti aver deciso di andare a prendere un caffè in un bar, proprio quando entrava la donna della tua vita e magari avevi il coraggio di presentarti a lei e tre giorni dopo ci saresti uscito

Una favola
Il lupo vide il sacco muoversi all'improvviso e scattò all'indietro tirandosi sulle zampe anteriori e mostrando i denti.
Il sacco si girò di scatto e poi si fermò di nuovo.
Avvicinato il muso percepì l'odore di vita del suo contenuto e cautamente sciolse il legaccio che avvolgeva la sommità aprendo così lo scuro involucro di pelle nera.
Infilando il naso tastò qualcosa di peloso come lui, ma di un peloso diverso, più morbido... non ispido e spinoso come il suo vecchio manto che ormai da troppi inverni era stato abbracciato dal sole, dalla pioggia!

Underdogs n.11
Ve la siete cercata amici che frequentate l'etere di PeeDee: parliamone; parliamo di solitudine! La solitudine cosmica, critica, esistenziale! La solitudine dei figli unici, la solitudine delle mogli, la solitudine di mio cugino, la solitudine del folle, la solitudine della miss, la solitudine della bambina che parla con la bambola, la solitudine del bambino che parla coi gormiti, la solitudine manga, cinematografica, la solitudine del cantante, la solitudine cazzuta degli amanti che sognano di fare le feste comandate con loro pezzo di sesso preferito, o semplicemente bramato!!

Il cavatappi
Estraggo i cubetti di ghiaccio dal frigorifero. Con eleganza li lascio scivolare nei drink. Aggiungo ancora due gocce di gin facendo attenzione che non colino oltre il bordo. Poso i bicchieri uno ad uno diligentemente sul vassoio. Lo sollevo con entrambe le mani ben salde e mi avvio verso la sala.
Dalla soglia della cucina scorgo le spalle di lei, leggermente curve, protese in avanti. Deve avere le mani appoggiate sulle ginocchia. La tipica postura di chi, a disagio, non sa come stare. Mi affretto a raggiungerla, ma mi blocco sull'uscio.

Dar cinese. (Letteratura e delinquenza parte prima)
"Che posso parlare italiano?". Manco avevo fatto in tempo a inforcare le bacchette da cinese che ti sento uno che dice: "che posso parlare italiano?". E ho pensato, mannaggia che brutti tempi ci tocca di vivere. Ricordo che stavamo a un cinese vicino a Porta Maggiore. Uno dei primi cinesi di Roma, ai tempi. Una sciccheria. Che poteva essere? Il Settanta, Settantuno? No. La data non la ricordo, però era senza meno l'anno che Zigoni giocava alla Roma: la magica, con rispetto parlando. Lo ricordo perché si può dire che io e Zigoni eravamo pappa e ciccia.

Il carrello della spesa
Dalla mia città sono stati banditi i cani. Si capisce, sacrosante ragioni di igiene. E poi porterebbero intralcio alla circolazione dei numerosi veicoli. Per fortuna non hanno ancora proibito i carrelli della spesa. Così quando esco per andare al supermercato porto sempre con me il mio carrello, e se ho tempo faccio un giro più lungo per farlo muovere di più. Camminando sto bene attenta che non finisca in qualche buca, che non si ribalti, che non si impigli in un ostacolo. E' un po' vecchio e malandato, il mio carrello, ma io gli sono affezionata e non ho nessuna voglia di cambiarlo.

The past
- Dove ci ha portati il tempo? –
Dolphin si rivolse a suo padre Jeronymus con aria preoccupata, mentre il genitore lambiccava con milioni di dati del vecchio p.c. e con significativa mimica, serrava la mascella come a voler contenere in bocca quella miriade di cose e di scoperte, facendosi scappare ogni tanto, un eureka, o un porca paletta.
Tra un'imprecazione e l'altra, l'uomo, sebbene a frammenti, cercò di rispondere : - Se il futuro esiste come mera proiezione... Se la Terra non è scomparsa, ma questa non è la Terra... Se le memorie a zonzo non riescono a ri-presentarsi...

Il colpo della strega
Tutto d'un colpo. Un unico strappo, secco e formidabile. Di un'efficacia perversa. Strazio delle ossa, tortura del nervo, friggitura del muscolo. Insomma, dopo quella stramaledetta sveltina di venerdì mattina, Mario Ruggiti, trequartista fallito di borgata, non risultava più nel novero dei vertebrati. Una fulminante lombosciatalgia, nel gergo colpo della strega, era riuscita a incrinare un fiore di fisico possente e atletico che anni di privazioni, incubi reali e risi amari non avevano minimamente scalfito. Mai una contusione, nemmeno dopo la rissa in quel di Tor Sei Capre
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