I Classici

La bambina che sorride alla guerra: “Il cielo cade” di Lorenza Mazzetti.
Si può sorridere alla guerra? Si può continuare a giocare mentre tutto intorno il mondo va completamente a pezzi? Da quello che abbiamo letto in questo libro e anche “decifrato” sembrerebbe di sì.

Cosa offriva ancora il maestro? “Il buffo integrale” di Aldo Palazzeschi.
Buffi sono tutti coloro che per qualche caratteristica, naturale divergenza e di varia natura, si dibattono in un disagio fra la generale comunità umana; disagio che assume ad un tempio aspetti di accesa comicità e di cupa tristezza

Una “sperimentale” forse poco sperimentale: “Il grande angolo” di Giulia Niccolai.
La citazione in prima di copertina forse dice tutto: La lucida, scabra, moderna storia segreta di una donna che vede e che si vede come nel mirino d’una macchina fotografica. Il Nilo, una villa sul lago, New York e l’America sono i luoghi.

Un fine autore: “Il corpo della ragassa” di Gianni Brera.
Trentadue anni fa moriva, in un incidente automobilistico, Gianni Brera. Chi, soprattutto quelli che hanno una certa età, può dimenticare quel personaggio così curioso, quasi intrepido, ma intelligente e soprattutto singolare nelle sue dispute sportive e non?

Un perfetto gentiluomo: “I milanesi ammazzano di sabato” di Giorgio Scerbanenco.
Bellissima. Duca sfogliò, una dopo l’altra, come carte da gioco, le fotografie, bellissime anche tecnicamente: un dolcissimo viso di giovane donna, un viso da bellezza svedese,

Delle due: l’una o l’altra? “Pao Pao” di Pier Vittorio Tondelli.
Ancora oggi ci si chiede il perché dell’enorme successo di uno scrittore come Tondelli. E a questa domanda le risposte potrebbero essere molte, ma forse non sbagliamo se a indicare il responso metteremmo in mezzo la situazione della giovinezza italiana.

Cose dell’altro mondo: “I neoplatonici” di Luigi Settembrini.
Se un caso del genere fosse capitato, chessò, in Francia o in Germania, non avrebbe suscitato quel po po’ d’infamia (anche se, diciamolo apertamente, certe tematiche erano ostili non solo da noi, ma in tutto il mondo).

Molto più facile leggerlo che raccontarlo.
“Non lo so, non riesco a capire. Sarò malato, ma io amo questo libro. Lo devo leggere almeno una volta l’anno”. Vi chiedo scusa se, parafrasandola, ho preso in prestito una delle battute più celebri dei film di Nanni Moretti

La “vittoria” del romanzo. “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino.
Sembrerà incredibile ma questo è il primo libro di Calvino che appare nella nostra rubrica dei classici italiani. Qualcuno si chiederà: ma c’è un motivo ben preciso per questa scelta così azzardata?

Un classico che a volte “non lo è”: “Un don Chisciotte in America” di Alberto Lecco.
Alberto Lecco passa per un classico che a volte “non lo è” nel senso che vengono riconosciuti preziosi i suoi lavori, che spesso compare nelle liste dei maggiori scrittori del novecento, ma alla fine il tutto si risolve in un nulla.
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