I Classici

Era un lieto narrare: “Viaggio nella luna” di Angelo Del Boca.
Inizio questo profilo con una curiosità che però fa pensare a come siamo diventati e forse come non saremo più. Cercavo delle note biografiche di Del Boca

La Resistenza da chi l’ha veramente fatta: “La scelta” di Angelo Del Boca.
La scelta tratta proprio di questo: di un bivio esistenziale, storico prima di ogni cosa, siamo nel '43, la Repubblica di Salò è ormai una realtà, bisogna dunque scegliere tra l'essere repubblichino e combattere il "nuovo" fascismo.

Un “che di regime” piuttosto distante: “Oceano” di Vittorio Giovanni Rossi.
Piuttosto complesso parlare oggi di Vittorio Giovanni Rossi. Per i semplici lettori di narrativa italiana è praticamente uno sconosciuto.

Un uomo dalle mille tentazioni: “Gog” di Giovanni Papini.
Papini non è elemento ben etichettabile. Sin dagli esordi s’interessò alla letteratura e l’esperienza di Leonardo, una rivista di cui fu artefice

Un limpido scrittore: “Il giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani.
Non me ne voglia nessuno ma quando si tratta di ricordare Bassani, a me, personalmente, tornano in mente certe sguaiataggini dell’epoca.

Fu vero risentimento? “Un cuore arido” di Carlo Cassola.
Gli anni sessanta non furono edificanti per Cassola, almeno i primi. Al centro delle sue più che accese considerazioni fu il libro la ragazza di Bube che nel 1960 vinse il premio Strega

Protagonisti intercambiabili: “Tre operai” di Carlo Bernari.
Il libro uscì nel 1934 e fece, come si suol dire, scalpore. Anzi, venne del tutto boicottato dal regime.

Un eroe dei nostri tempi: “Storia della mia morte” di Lauro De Bosis.
Nato nel 1901, figlio del celebre Adolfo fondatore della rivista Il Convito, Lauro De Bosis apparteneva a quella gioventù moderata che dapprincipio aveva mostrato una certa simpatia per il movimento fascista

Una farsa all’ombra della Scapigliatura: “Alpinisti ciabattoni” di Achille Giovanni Cagna.
Fu merito di Giovanni Faldella (di cui è recente un testo presente proprio in questa rubrica, e cioè Donna Folgore) se c’è permesso di mettere l’occhio nelle opere e soprattutto in questo libro fortunato, appunto Alpinisti ciabattoni.

Un proto-socialista quasi per sbaglio: “Gli Ammonitori” di Giovanni Cena.
E’ un romanzo questo che raccoglie in sé elementi di fine secolo (secolo ottocento, ovviamente) e fruizioni del secolo che era appena iniziato. Ricordiamo che Gli Ammonitori esce a puntate sulla “Nuova Antologia” tra il primo luglio e il quindici agosto 1903.
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