Attualità

Autobiografia di una repubblica: gli italiani e l'arte dell'auto-assoluzione.
Che quella italiana sia un'anomalia, è convinzione diffusa. Che sia un'anomalia di cui essere orgogliosi, ahimé anche, sebbene questo sia poco detto da un certo genere di 'intellettuali', sconosciuto a un pubblico internazionale per il semplice fatto che è incline meno allo studio che al trombonesco cazzeggio giornalistico. Gli editorialisti che fiancheggiano, orientano, giustificano il peggio dell'italica stirpe lo fanno nei modi democristiani che hanno fatto scuola, dissimulando poco onestamente e sparando contro il fantasma del comunismo – tralascio i Feltri perché allo schifo non si comanda.

Il risentimento dei lettori mediocri
Leggo sull'inserto libri domenicale de Il sole 24 ore del 13 dicembre 2009 a firma Eli Gottlieb: "Il problema" spiega un alto dirigente di una casa editrice italiana che conosco, che ha lavorato con editori sia italiani sia stranieri e mi ha pregato di non citarne il nome "è che in Italia si pubblicano troppi libri. Di conseguenza è naturale che abbiano una vita sempre più breve e che le edizioni abbiano un numero di copie sempre più ridotto. Gli anticipi sono di modesta entità e gli scrittori si sentono demoralizzati ed insoddisfatti, perché stanno vivendo ancora il sogno di 40 50 anni fa, quando pubblicare un libro significava tutto.

La storia negata: il revisionismo e il suo uso politico.
In un bell'intervento sull'inserto dei libri de Il sole 24 ore del 22 novembre 2009 (*) Sergio Luzzatto definisce la vicenda del revisionismo in Italia una sorta di storia lineare: che parte con la fine del comunismo sovietico e di conseguenza con il consolidarsi della crisi della 'partitocrazia' e la formazione di una specie di cartello accademico-mediatico che ha nelle sue intenzioni quella di attentare alle basi di una storiografia in parte consolidata e che, tutt'ora, agita i vessilli di una riformulazione di alcuni aspetti del nostro vissuto.

Lo scrittore che incontrò le belve di Abbadon. Nascita di un libro di culto.
Lo confesso. Quando in libreria avevo letto la trama dell'ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti (che è il mio scrittore preferito) ero inorridito. M'ero detto: ecco qua, un'altra vittima del sistema editoriale cannibale, perso appresso all'ingordigia delle grandi case editrici versione Autogrill. Lo credevo un doppione de l'Ultimo capodanno dell'umanità, il suo racconto da cui Marco Risi aveva tratto uno dei suoi film più orrendi. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa, riconosco ora. Il libro è un piccolo grande capolavoro di bravura stilistica-umoristica.

Ancora polemiche su Fiume! E poi stop.
L'articolo apparso pochi giorni fa sul Paradiso Qualche verità su Fiume a nome Massimiliano Di Mino in 'risposta' ad un articolo apparso su Venerdi di Repubblica, sembra aver scatenato un putiferio. Gli risponde a tono Adriano Scianca di 'Casa Pound'. Ma gli orchi Di Mino (c'è pure Pier Paolo) venuti a conoscenza della risposta, rispondono a loro volta. Voi lettori abbiate pazienza, perché lo scambio oltre che interessante è anche corposo. Ma se li costringessimo ad affrontarsi in una pubblica piazza? Si accettano scomesse. Spettacolo sconsigliato ai deboli di cuore.

Lettera all'autore di 'Pozzoromolo'. Siamo due estranei: lo dicono le tazze da tè.
Caro L.R. Carrino ho letto il tuo ultimo libro, Pozzoromolo, edito da Meridiano zero, e voglio dirti che non mi è proprio piaciuto. Giudizio tranchant che in realtà nasconde un intento provocatorio, perché invece sarebbero necessari dei distinguo. Primo fra tutti: che il tuo romanzo è un bel romanzo (e che bella copertina!).
Mi si dirà, ma è paradossale, è contraddittorio. Per nulla: nella storia di Gioia, la donna che è nata maschio e come spesso accade,

Rivoluzione orchesca
Prima o poi andava fatto. E noi orchi puntualmente ci abbiamo pensato. Abbiamo deciso di fare una piccola rivoluzione: niente di che, intendiamoci, solo un arricchimento del sito in modo da offrire ai nostri lettori (grazie davvero, cominciate ad essere tanti... un bel popolo!) altri nuovi spunti, altre nuove informazioni, altri nuovi luoghi di confronto.
Da giovedì 26 novembre Il Paradiso avrà tre nuove rubriche. E vediamole nel dettaglio.

Vaticano, un'immedicabile patologia nel corpo d'Italia
All'origine di Vaticano S.p.A. di Gianluigi Nuzzi c'è un monsignor Renato Dardozzi, consigliere della Segreteria di Stato della Santa Sede, deceduto nel 2003 dopo essere stato per anni una delle figure chiave nella gestione delle finanze vaticane. Dardozzi, forse deluso da mancati avanzamenti di carriera, forse schifato sic et simpliciter da ciò che aveva visto dalle parti dello Ior, la banca del papa, espresse volontà testamentaria che tutta la mole di documenti che aveva accumulato in poco meno di vent'anni

Quello che al settanta per cento degli italiani non piacerebbe mai.
Ne parlano perfino nel mercato sotto casa mia, tutti, le massicce massaie, le badanti e le badesse, tutti coloro che una volta chiamavano le sartine: proprio tutti: in Italia non si fa più letteratura; nessun editore la pubblica più; i vecchi editors che si erano letti i libri proprio i libri (quelli belli, diceva Gadamer, perché puzzano di muffa e polvere), quelli che capivano se uno era uno scrittore da come sudava, quelli stanno in pensione (li mettono tutti a Parigi, dicono); e così ora si producono saggi, o quelle strane cose fra saggio e giornalismo e racconto di fantasia,

L'eremitaggio orchesco
L'ANTEFATTO
Capita di voler scappare. Ho sbagliato. Capita di volersi ritirare da sé e per sé.
Cosa fa allora un orco emo-letterario come me? Quale viaggio può intraprendere? Il Di Mino consiglierebbe funghi di sciamanica fattura. L'Angelini mi suggerirebbe un viaggio in cui si rischia di essere derubati, ma da brave persone.
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