Attualità

Il grande Piccolo della sinistra
Francesco Piccolo nel suo piccolo è un interessante esempio di tic culturale – o forse psicologico ma quelli sono fatti suoi. Un certo modo di essere di sinistra che non arriva ancora alle putride sciocchezze di Rondolino (il quale credo non abbia un solo lettore in tutta la penisola essendoci già Vittorio Feltri per quel genere di cose), ma ne condivide il passo, quello di chi ci tiene molto a passare per più intelligente degli altri.

Vendita galline km. 2 della Casilina. (Saviano avatar di Dio)
Mi approprio del titolo di un torrenziale (potrebbe essere diversamente?) romanzo di Aldo Busi, dove la cazzuta Delfina Unno Pastalunghi se la prende con tutti e da tutti è invisa. E pure lesbica.
Posizione presuntuosa la mia (ma non escluderei l'omosessualità): da ciò si potrebbe arguire che essendo anch'io cazzuto (d'indole, non di membro) e incazzoso con tutti, con travaso di bile quotidiano (ma vuoi mettere pure questi piccoli editori del nulla che sbandierano sarcasmo e visceralità come se la letteratura fosse ormai ridotta solo alla putrescenza del prodotto

La gravissima e pericolosa influenza degli psichiatri sulle menti umane (Nicolosi-Fagioli; attenti a quei due)
Joseph Nicolosi ha fatto un convegno a Brescia lo scorso 21 e 22 maggio. Era organizzato da varie associazioni cattoliche il cui nome non è affatto importante. Il suddetto psichiatra (o forse è definibile terapeuta?) è famoso negli Stai Uniti perché ha fondato una scuola con la quale si è posto l'obiettivo di curare l'omosessualità. Ebbene sì. Avete capito bene. Il personaggio tuttavia è talmente comico che prenderlo sul serio sarebbe fargli un favore. La sua incidenza sul mondo accademico è pari a quella che i guaritori alla Snack e Gnola di Corrado Guzzantiana memoria hanno sulle masse di creduloni nord e sud americani

L'Italia che non schioda e un francese di mezzo millennio fa.
L'odierna ma non nuova subcultura di un popolo pigro, quello italico, cinico e sentimentale, di consumatori del già dato e sempre pronti a servire il padrone di turno, immuni da qualsiasi tentazione riguardante la propria dignità, sembra manifestarsi apposta per dar ragione alla lettura scettica e virile che dell'umana specie dette in un libretto memorabile ma sconosciuto ai più l'umanista francese Etienne de La Boétie.

Lo sventrapapere di Benigni e l'acciaio poco cazzuto della Avallone.
L'elenco che Benigni fece durante uno show serale sabatino di fronte ad un'attonita ed impaurita Carrà non comprendeva il 'pipo'. La lista dei sinonimi del 'pisello' abbracciava: pisellino, pistolino, pipino, randello, banana, asta, verga, mazza, cetriolo, pesce, uccello e l'inimmaginabile sventrapapere. Riferimento 'alcuno sul 'pipo', anche se 'pipino' è un suo diminutivo.
Tutto questo perché? Perché in tempi di riprovazioni, l'ascia della censura che non calò sull'allora comico toscano (e per fortuna!)

Agorà, il brutto dell'avere ragione.
Ultras come talebani d'epoca – si chiamavano Parabolani, sempre in bilico come succede non di rado nel Cattolicesimo sul crinale che separa la stupidità dalla protervia, con la Croce bene in vista, in questo polpettone fumettistico, Agorà, diretto dall'incerto Alejandro Amenábar.
La forma-macchietta è in parte necessitata dal soggetto - non Ipazia evidentemente, astronoma, matematica, filosofa "insegnante di strada" interprete del Neo-platonismo,

Baricco se l'è cercata: ora possiamo a buon diritto dire che è uno scrittore che fa cagare!
E' appena uscito in libreria un libello di Giulio Ferroni Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero (Laterza) dove l'insigne professore spara appunto a zero contro la letteratura contemporanea e spesso giovanile. Posizione poi questa riassunta in modo mirabile nel titolo che l'inserto domenicale de Il sole 24 ore dedicava all'evento: 'Scrittori-spettacolo' io vi detesto.
Ci piace dunque pensare che in questo marasma editoriale non siamo i soli a pensarlo.
Ma cosa dice di così tanto truce il professore?

L'occasione mancata di Roman Polanski.
Viviamo in un'epoca in cui è facile dimenticare, dove anche il grande scandalo fa presto a trovare un cantuccio dove nascondersi e sperare nell'oblio. Cattiva di più, invece, l'opera del leguleio, del giuriusta un po' manzonianamente azzeccagarbugli, che cavilla sul diritto e spesso sulla realtà.
Personalmente mi vien da farlo bene, fin dalla più tenera età, per questo immagini, opere d'arte, espressioni del pensiero e quisquiglie e pinzillacchere mi stimolano la propensione alle analisi, che spesso poi sono vere e proprie scomposizioni, per approdar alla disapprovazione.

I folgorati della Sacra Sindrome.
Quando ultimamente in libreria ho visto il secondo libro del calciatore Nicola Legrottaglie, difensore juventino e probabilmente anche della prossima spedizione italiana ai mondiali del Sud Africa, mi sono detto: «No! Per Pietà!». E invece Piemme (guarda caso) ha fatto uscire il nuovo "capolavoro" di uno dei tanti nuovi "folgorati" da Dio del nuovo millennio. Cento volte tanto, con la fede vivo meglio.
Aveva cominciato Magdi Allam, l'ex giornalista di origini arabe del Corriere della Sera, nato in Egitto e naturalizzato italiano

E-sordi d'autore. Sull'ipocusia della giovane letteratura.
Credete che esista un incubo peggiore di quello di vedere ogni giorno il volto di Berlusconi su tutte le tv e su tutti i giornali (come puntualmente avviene da quindici anni a questa parte)?
Esiste: è la pubblicità del canale 'Current' di Sky, dove un popolo intero ha la faccia dell'autore di Gomorra. Titolo? Saviano racconta Saviano.
Già intuisco l'angoscia di quei pochi che sono riusciti a sopravvivere all'invadenza di questo evento monstre: contorcimenti di budella e conati di vomito con rigetto finale (altro che l'horror di Federico Zampaglione!).
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