CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Sarà pure codificato, ma questo è rock cristallino: 'Arrow' degli Heartless Bastards.

Ripeto come da titolo: sarà pure codificato, ma questo è rock cristallino. Perché poi dei suoni campionati se ne ha le palle piene. E anche di quei dischi carini da morire (vedi 21 di Adele), che ti allietano le giornate, dopo un po' puoi anche farne a meno, perché senti che qualcosa ti manca.
Ecco, quel qualcosa che manca te lo restituiscono 'i bastardi senza cuore' che di cuore invece ne hanno da vendere.
Non sono vergini, nel senso che non sono al primo disco, anzi sono al quarto, e vengono dall'Ohio, anche se pare siano di stanza in Texas.
Sono una boccata d'aria buona, a volte buonissima, in questo stagnante circo musicale, di falsi e plastificati profeti. Sono un gruppo con un background alle spalle dignitoso e che, sfido chiunque a contraddirmi, si rifa alla mitica tradizione del rock anni sessanta.
Basterebbe un solo nome per confutare la mia testi: Erika Wennerstrom. E' la cantante dei 'bastardi', chitarrista e autrice dei testi e appena stende l'ugola ti si affacciano all'improvviso fantasmi che credevi ormai sepolti nei cassetti della nonna. Ed un fantasma, in particolare, ingombrante ma non per questo sgradevole, anzi: Grace Slick (e scusate se è poco).
'Marathon', il brano iniziale, sorta di metafora della corsa sfrenata della vita a discapito delle proprie radici, quando a volte si ha bisogno di un piccolo aiuto, ti da subito l'idea di questo re-incontro ravvicinato, ma poi è in 'Simple feeling' che avverti la liaison coi vecchi Jefferson e con la voce acida e coinvolgente dell'allora cantante-leader.
Ma in Arrow c'è molto di più: ballate acustiche struggenti, come 'Skin and bone', dove la nostalgia per il paese d'infanzia costringe a fare i conti con i propri sentimenti (voglio davvero che sia come quando ero giovane),'Pasted ways' dove la Wennerstrom dà il meglio di sé, le cadenze country, un po' stile Calexico di 'The arrow killed the beast (splendida!), le incazzature un po' hard di 'Got to have Rock and Roll' e 'Late in the night' e la meravigliosa cavalcata finale, un po' psichedelica, di 'Down the canyon'.
Insomma ci vuol poco a capire: per me Arrow è uno dei migliori dischi in circolazione, un toccasana per orecchie troppo spesso ferite da orribili vibrazioni, la vendetta del rock suonato nei confronti del ritmo campionato.
Per un momento lasciamo da parte la carineria cicciottesca di Adele e il culo stratosferico di Beyoncé o le struggenti malinconie per la perdita di Donna Summer. Questa è altra materia. Più incandescente!
Heartless Bastards
Arrow
Partisan records - 2012
Ecco, quel qualcosa che manca te lo restituiscono 'i bastardi senza cuore' che di cuore invece ne hanno da vendere.
Non sono vergini, nel senso che non sono al primo disco, anzi sono al quarto, e vengono dall'Ohio, anche se pare siano di stanza in Texas.
Sono una boccata d'aria buona, a volte buonissima, in questo stagnante circo musicale, di falsi e plastificati profeti. Sono un gruppo con un background alle spalle dignitoso e che, sfido chiunque a contraddirmi, si rifa alla mitica tradizione del rock anni sessanta.
Basterebbe un solo nome per confutare la mia testi: Erika Wennerstrom. E' la cantante dei 'bastardi', chitarrista e autrice dei testi e appena stende l'ugola ti si affacciano all'improvviso fantasmi che credevi ormai sepolti nei cassetti della nonna. Ed un fantasma, in particolare, ingombrante ma non per questo sgradevole, anzi: Grace Slick (e scusate se è poco).
'Marathon', il brano iniziale, sorta di metafora della corsa sfrenata della vita a discapito delle proprie radici, quando a volte si ha bisogno di un piccolo aiuto, ti da subito l'idea di questo re-incontro ravvicinato, ma poi è in 'Simple feeling' che avverti la liaison coi vecchi Jefferson e con la voce acida e coinvolgente dell'allora cantante-leader.
Ma in Arrow c'è molto di più: ballate acustiche struggenti, come 'Skin and bone', dove la nostalgia per il paese d'infanzia costringe a fare i conti con i propri sentimenti (voglio davvero che sia come quando ero giovane),'Pasted ways' dove la Wennerstrom dà il meglio di sé, le cadenze country, un po' stile Calexico di 'The arrow killed the beast (splendida!), le incazzature un po' hard di 'Got to have Rock and Roll' e 'Late in the night' e la meravigliosa cavalcata finale, un po' psichedelica, di 'Down the canyon'.
Insomma ci vuol poco a capire: per me Arrow è uno dei migliori dischi in circolazione, un toccasana per orecchie troppo spesso ferite da orribili vibrazioni, la vendetta del rock suonato nei confronti del ritmo campionato.
Per un momento lasciamo da parte la carineria cicciottesca di Adele e il culo stratosferico di Beyoncé o le struggenti malinconie per la perdita di Donna Summer. Questa è altra materia. Più incandescente!
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Arrow
Partisan records - 2012
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