RECENSIONI
Mitsuyo Kakuta
La ragazza dell’altra riva
Neri Pozza, Traduzione di Gianluca Coci, Pag. 334 Euro 18,00
Sayoko vaga insieme a sua figlia Akari da un giardino all’altro. Non riesce a parlare con le altre mamme, non si trova bene con loro e si sente sempre fuori posto. È sposata Sayoko e la sua vita da casalinga non le va per niente a genio: è infelice e si sente soffocare. Ed è per questo che un giorno decide di rimettersi in gioco e cercare un altro lavoro. E così, dopo tanti rifiuti, conosce Aoi, una donna particolare che gestisce un’impresa di pulizie e che le offre un posto.
Inizia così, con la descrizione di questa infelicità La ragazza dell’altra riva, ultimo romanzo di Mitsuyo Kakuta, di cui Neri Pozza ha già pubblicato il bellissimo La cicala dell’ottavo giorno. È proprio con la figura di Aoi che alla storia principale se ne affianca un’altra che corre parallela alla prima. Torniamo indietro nel tempo: qui Aoi è una liceale ed è coinvolta in una “strana” vicenda con Nanako, una sua compagna di classe. Una storia lesbica? Forse no, forse Aoi sta solo cercando di capire cosa significhi essere in intimi rapporti con un’altra persona. Comunque è difficile a dirsi perché Mitsuyo Kakuta è molto brava a suggerire, ma mai a palesare quello che avviene tra le due ragazze che, sole contro tutti, sfideranno le convenzioni. Aoi e Nanako vanno a lavorare in un posto di mare, poi fuggono e per qualche settimana vivono tra feste, locali e infimi love hotel. E qui ci fermiamo per non rovinarvi il piacere della lettura.
A capitoli alterni leggiamo perciò come procede il processo di evoluzione di Sayoko e l’adolesenza di Aoi. A ben vedere La ragazza dell’altra riva è un romanzo che ci parla proprio di questo: della libertà e dell’adolescenza. “Quando si diventa adulti, si può finalmente scegliere quello che si vuole?”, chiede Aoi al padre, e poi ancora: “Perché bisogna crescere e diventare adulti?”. Diventare grandi è complicato e difficile, essere liberi è complicato e difficile. Sarà la stessa difficoltà che proverà Sayoko quando comincerà a lavorare e affronterà tutte le convenzioni che nel romanzo sono rappresentate dal marito e dalla madre di lui. Penserà alla fuga, ma si renderà presto conto che fuggire non serve a nulla. Fuggono gli adolescenti o le persone che hanno paura ad affrontare le situazioni. Molto più difficile sarà rimanere e guardare in faccia la realtà. Da leggere: il libro decolla lento, ma alla fine è esplosivo.
di Marco Minicangeli
Inizia così, con la descrizione di questa infelicità La ragazza dell’altra riva, ultimo romanzo di Mitsuyo Kakuta, di cui Neri Pozza ha già pubblicato il bellissimo La cicala dell’ottavo giorno. È proprio con la figura di Aoi che alla storia principale se ne affianca un’altra che corre parallela alla prima. Torniamo indietro nel tempo: qui Aoi è una liceale ed è coinvolta in una “strana” vicenda con Nanako, una sua compagna di classe. Una storia lesbica? Forse no, forse Aoi sta solo cercando di capire cosa significhi essere in intimi rapporti con un’altra persona. Comunque è difficile a dirsi perché Mitsuyo Kakuta è molto brava a suggerire, ma mai a palesare quello che avviene tra le due ragazze che, sole contro tutti, sfideranno le convenzioni. Aoi e Nanako vanno a lavorare in un posto di mare, poi fuggono e per qualche settimana vivono tra feste, locali e infimi love hotel. E qui ci fermiamo per non rovinarvi il piacere della lettura.
A capitoli alterni leggiamo perciò come procede il processo di evoluzione di Sayoko e l’adolesenza di Aoi. A ben vedere La ragazza dell’altra riva è un romanzo che ci parla proprio di questo: della libertà e dell’adolescenza. “Quando si diventa adulti, si può finalmente scegliere quello che si vuole?”, chiede Aoi al padre, e poi ancora: “Perché bisogna crescere e diventare adulti?”. Diventare grandi è complicato e difficile, essere liberi è complicato e difficile. Sarà la stessa difficoltà che proverà Sayoko quando comincerà a lavorare e affronterà tutte le convenzioni che nel romanzo sono rappresentate dal marito e dalla madre di lui. Penserà alla fuga, ma si renderà presto conto che fuggire non serve a nulla. Fuggono gli adolescenti o le persone che hanno paura ad affrontare le situazioni. Molto più difficile sarà rimanere e guardare in faccia la realtà. Da leggere: il libro decolla lento, ma alla fine è esplosivo.
di Marco Minicangeli
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