CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Il Macca si fa crooner: 'Kisses on the bottom' di Paul Mc Cartney.

Il Macca è come Paperone. Nel senso dei soldi. Ma siccome non passa la giornata, come il famoso papero, a lucidar monete (al massimo le carte di credito), qualcosa deve pur fare per occupare le ore.
Ed ecco l'idea: vestirsi da crooner, modulare un po' languidamente la voce, riascoltare qualche classico jazz e pensare d'incidere un album un po' svenevolo.
Non contento chiama al cellulare la madama Pompadour del jazz vocale, Diana Krall, chiedendole di curargli gli arrangiamenti, e due cadeveri eccellenti come Eric Clapton (già slowhand negli anni settanta, e figuriamoci ora) e Stevie Wonder (ma perché invece di cantare nei funerali dei suoi colleghi non decide di fare un nuovo disco?)... ed il gioco è fatto.
E in effetti lo è, perché il risultato di siffatta prurigine è Kisses on the bottom (qualcuno malignando ha detto che la traduzione sarebbe 'baci sul culo', ma l'ex baronetto, non uso a certe espressioni maldicenti, ha confessato che è solo la ripresa di un passo di una canzone...).
Ma il Macca non va rimproverato: la classe gli permette di evitare accuse di stanchezza e mancanza di ispirazione e poi vuoi mettere, quando uno ti dice che ha cantato le canzoni che hanno fatto parte della sua giovinezza perché il padre gliele faceva ascoltare in continuazione?
E' un disco di jazz. Meglio: è un disco jazzy, nel senso che, grazie (o per colpa) della sunnominata Madama Pompadour, tutto è malinconicamente molle compreso il birignao vocale che è adattissimo all'uopo.
Si rischia l'abbiocco nonostante l'impegno del Macca (crediamo onesto) di offrire interpretazioni che tentano l'aggancio con la classicità (non si può non pensare alle canzoni dell'immenso Fred Astaire). E non vi sono 'punte' da sottolineare. E se proprio dovessimo farlo opteremmo per gli inediti. Che sono due.
Il primo 'My valentine' (alla chitarra Eric Clapton) è l'unico che di discosta dall'omogeneità del prodotto e potrebbe tranquillamente comparire in un nuovo, ipotetico, album pop dell'ex beatles.
Il secondo 'Only in our hearts' invece tenta di amalgamarsi col resto, ma l'armonica dell'altro collaboratore, Stevie Wonder, è riconoscibilissima.
Morale. Dicevano i latini: omnia mea mecum porto. Tutto quello che mi piace me lo porto dietro. Il disco del Macca potrei pure dimenticarlo all'aeroporto, tanto chi se ne accorgerebbe?
Paul McCartney
Kisses on the bottom
Concord - 2012
Ed ecco l'idea: vestirsi da crooner, modulare un po' languidamente la voce, riascoltare qualche classico jazz e pensare d'incidere un album un po' svenevolo.
Non contento chiama al cellulare la madama Pompadour del jazz vocale, Diana Krall, chiedendole di curargli gli arrangiamenti, e due cadeveri eccellenti come Eric Clapton (già slowhand negli anni settanta, e figuriamoci ora) e Stevie Wonder (ma perché invece di cantare nei funerali dei suoi colleghi non decide di fare un nuovo disco?)... ed il gioco è fatto.
E in effetti lo è, perché il risultato di siffatta prurigine è Kisses on the bottom (qualcuno malignando ha detto che la traduzione sarebbe 'baci sul culo', ma l'ex baronetto, non uso a certe espressioni maldicenti, ha confessato che è solo la ripresa di un passo di una canzone...).
Ma il Macca non va rimproverato: la classe gli permette di evitare accuse di stanchezza e mancanza di ispirazione e poi vuoi mettere, quando uno ti dice che ha cantato le canzoni che hanno fatto parte della sua giovinezza perché il padre gliele faceva ascoltare in continuazione?
E' un disco di jazz. Meglio: è un disco jazzy, nel senso che, grazie (o per colpa) della sunnominata Madama Pompadour, tutto è malinconicamente molle compreso il birignao vocale che è adattissimo all'uopo.
Si rischia l'abbiocco nonostante l'impegno del Macca (crediamo onesto) di offrire interpretazioni che tentano l'aggancio con la classicità (non si può non pensare alle canzoni dell'immenso Fred Astaire). E non vi sono 'punte' da sottolineare. E se proprio dovessimo farlo opteremmo per gli inediti. Che sono due.
Il primo 'My valentine' (alla chitarra Eric Clapton) è l'unico che di discosta dall'omogeneità del prodotto e potrebbe tranquillamente comparire in un nuovo, ipotetico, album pop dell'ex beatles.
Il secondo 'Only in our hearts' invece tenta di amalgamarsi col resto, ma l'armonica dell'altro collaboratore, Stevie Wonder, è riconoscibilissima.
Morale. Dicevano i latini: omnia mea mecum porto. Tutto quello che mi piace me lo porto dietro. Il disco del Macca potrei pure dimenticarlo all'aeroporto, tanto chi se ne accorgerebbe?
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Concord - 2012
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