ATTUALITA'
Federica Marchetti
Holmes e Jack: la Londra vittoriana

La Londra vittoriana è uno dei luoghi più misteriosi, affascinanti e contraddittori della storia. Nel secolo dei cambiamenti sociali e politici che hanno dato via alla modernità, il Regno Unito, col suo sterminato impero, ha rappresentato il cuore pulsante dell’Europa anche dal punto di vista artistico occupando, nell’immaginario collettivo, un ruolo di fascinazione totale.
Sul trono c’è la Regina Vittoria (dal 1837 al 1901) che a Londra risiede a Buckingham Palace, nel West End, a ovest, zona di grandi case, ricche e privilegiate. Per contro, l’est della metropoli è sporco, pericoloso e malfamato. I senzatetto sono circa 90.000. La coscienza sociale si sta svegliando, nasce il Partito socialista, le donne reclamano i primi diritti sociali, l’ipocrisia della società vittoriana si scontra con il diffondersi delle perversioni e dell’attrazione per l’occulto, il malvagio e il diverso. La stampa cambia volto e ruolo sociale: l’analfabetismo cala, i giornali hanno un incremento di diffusione, nasce il giornalismo investigativo e le agenzie di stampa. Gli omicidi nei quartieri malfamati sono all’ordine del giorno, le prostitute vivono e spesso muoiono in strada.
Dietro la sua rispettabilità la società vittoriana nasconde il vizio, il crimine e lo squallore che sfociano nella prostituzione. Negli anni ‘80 la prostituzione forzata di donne inglesi è una vera e propria tratta delle bianche. La stampa attira l’attenzione dei lettori con articoli provocatori e puntano il dito sulla prostituzione come causa di diffusione delle malattie veneree. L’approvazione di una nuova legge promette una ricompensa a chi denuncia una casa usata come bordello. La conseguenza è che le prostitute devono esercitare il mestiere in strada.
Questo è lo scenario di due personaggi che alla fine dell’Ottocento arrivano sulla scena diventando ben presto degli assoluti protagonisti. Nel 1887 debuttano le avventure di Sherlock Holmes, il detective creato da Arthur Conan Doyle, e l’indagine diventa un’occasione di intrattenimento letterario che stimola la fantasia dei lettori: dal suo appartamento di Baker Street, Holmes e il suo coinquilino e biografo, dottor Watson, risolvono crimini e misteri. Nel 1888 nell’East End, il quartiere popolare di Whitechapel, un misterioso omicida, noto come Jack lo Squartatore, uccide 5 prostitute in 60 giorni per poi scomparire per sempre. Holmes e lo Squartatore rappresentandole due facce della stessa medaglia se non altro perché si muovono nella Londra dello stesso periodo storico.
I due libri, Holmesmania (edizioni Il Foglio, 2020) e Rippermania (edizioni Il Foglio, 2021), sono stati involontariamente scritti l’uno a seguito dell’altro, e procedono in successione. Prima arriva sulla scena il detective destinato a diventare la creatura letteraria più famosa di tutti i tempi con le sue 60 indagini e poi irrompe il primo serial killer della storia che ancora oggi è sinonimo di crudeltà omicida rimasta impunita.
Sul trono c’è la Regina Vittoria (dal 1837 al 1901) che a Londra risiede a Buckingham Palace, nel West End, a ovest, zona di grandi case, ricche e privilegiate. Per contro, l’est della metropoli è sporco, pericoloso e malfamato. I senzatetto sono circa 90.000. La coscienza sociale si sta svegliando, nasce il Partito socialista, le donne reclamano i primi diritti sociali, l’ipocrisia della società vittoriana si scontra con il diffondersi delle perversioni e dell’attrazione per l’occulto, il malvagio e il diverso. La stampa cambia volto e ruolo sociale: l’analfabetismo cala, i giornali hanno un incremento di diffusione, nasce il giornalismo investigativo e le agenzie di stampa. Gli omicidi nei quartieri malfamati sono all’ordine del giorno, le prostitute vivono e spesso muoiono in strada.
Dietro la sua rispettabilità la società vittoriana nasconde il vizio, il crimine e lo squallore che sfociano nella prostituzione. Negli anni ‘80 la prostituzione forzata di donne inglesi è una vera e propria tratta delle bianche. La stampa attira l’attenzione dei lettori con articoli provocatori e puntano il dito sulla prostituzione come causa di diffusione delle malattie veneree. L’approvazione di una nuova legge promette una ricompensa a chi denuncia una casa usata come bordello. La conseguenza è che le prostitute devono esercitare il mestiere in strada.
Questo è lo scenario di due personaggi che alla fine dell’Ottocento arrivano sulla scena diventando ben presto degli assoluti protagonisti. Nel 1887 debuttano le avventure di Sherlock Holmes, il detective creato da Arthur Conan Doyle, e l’indagine diventa un’occasione di intrattenimento letterario che stimola la fantasia dei lettori: dal suo appartamento di Baker Street, Holmes e il suo coinquilino e biografo, dottor Watson, risolvono crimini e misteri. Nel 1888 nell’East End, il quartiere popolare di Whitechapel, un misterioso omicida, noto come Jack lo Squartatore, uccide 5 prostitute in 60 giorni per poi scomparire per sempre. Holmes e lo Squartatore rappresentandole due facce della stessa medaglia se non altro perché si muovono nella Londra dello stesso periodo storico.
I due libri, Holmesmania (edizioni Il Foglio, 2020) e Rippermania (edizioni Il Foglio, 2021), sono stati involontariamente scritti l’uno a seguito dell’altro, e procedono in successione. Prima arriva sulla scena il detective destinato a diventare la creatura letteraria più famosa di tutti i tempi con le sue 60 indagini e poi irrompe il primo serial killer della storia che ancora oggi è sinonimo di crudeltà omicida rimasta impunita.
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